Autostima e lavoro

Nel nostro lavoro senza autostima si può comunque essere produttivi (magari avendo l’obiettivo di ottenere l’altrui approvazione), ma difficilmente si sviluppa la propria creatività, propositività, assertività. In questo ambito l’autostima è legata principalmente a come percepiamo la nostra performance e a quanto ne siamo soddisfatti.

Per molte persone i successi lavorativi rappresentano la fonte principale della propria autostima, e questo li espone a un pericolo importante: mancando o scarseggiando tali successi, la persona percepisce la propria vita priva di valore, trascurando altri ambiti (come quello relazionale). Questo pericolo, peraltro sempre dietro l’angolo (chi è che non sperimenta mai insuccessi lavorativi?) ci indica che l’autostima dipende dai risultati che si ottengono, mentre invece il benessere e l’equilibrio psicologici dipendono dalla solidità e al contempo flessibilità dell’autostima. Vale a dire: “mi stimo indipendentemente dai risultati che ottengo, perché essi non mi determinano“.

Se si è di fronte a una crisi in ambito professionale dunque, vale la pena indagare il ruolo dell’autostima. Facciamolo attraverso le seguenti domande:

Quali sono gli aspetto soddisfacenti del mio lavoro e quali quelli insoddisfacenti?

Quanto spazio occupa il lavoro nella mia vita?

Il mio lavoro è fonte di autostima?

Cosa rappresenta per me la carriera professionale?

Tendo ad attribuire i risultati dei miei successi a me stesso o ad altri fattori?


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(Fonte: “L’autostima. Vincere quasi sempre con le 3 A”, Giusti, Testi)

Psicologo Psicoterapeuta Bologna Dott.ssa Laura Bottegoni


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