Disturbo Borderline di Personalità e trauma

<<Molti di noi ritengono che il trauma consista in grandi avvenimenti che compaiono nelle cronache.
Veterani di guerra, sopravvissuti a catastrofi naturali e attentati (…);
tuttavia, di fatto, per definizione, il trauma è qualsiasi evento abbia prodotto un effetto negativo duraturo. (…) 

Quando si perde la pace interiore o non si è mai avuta,
possono verificarsi importanti conseguenze fisiche e psicologiche,
qualunque sia la causa.
Al margine dei fattori scatenanti “triggers”,
le cause possono essere rintracciate generalmente in antiche esperienze di vita.
Chiamiamo queste esperienze “trauma”.>>
Shapiro, 2007
 

Più studi sono concordi nell’affermare che tra i fattori predisponenti il Disturbo Borderline di Personalità ci sia il trauma. Il trauma non è solo un evento catastrofico o comunque terribile che mette a repentaglio la vita della persona… Trauma è anche una relazione con un Altro significativo (che nell’infanzia è perlopiù il genitore) che non solo non soddisfa i bisogni fondamentali d’attaccamento, ma crea un attaccamento disfunzionale. Quando l’Altro significativo reitera un atteggiamento dannoso questo può trasformarsi in trauma interpersonale… Il soggetto con DBP (Disturbo Borderline di Personalità) solitamente vede nella sua anamnesi diversi traumi interpersonali. E’ necessario e doveroso tuttavia aggiungere che la relazione non è diretta (non lo è praticamente mai in psicologia): cioè la presenza di traumi nell’infanzia e nell’adolescenza non necessariamente porta a un DBP.

Ma ora vediamo più in dettaglio cos’è un trauma psicologico: la parola “trauma” indica un’esperienza che minaccia l’integrità psico-fisica del soggetto che la esperisce e che supera ciò che riesce normalmente a prevedere e gestire; è dunque uno stress molto grave e la persona non riesce a integrare quell’evento nel suo sistema psichico, non riesce appunto ad elaborarlo, a dargli un significato né a mantenere una rappresentazione di sé sana e positiva.

Quando parliamo di traumi interpersonali facciamo riferimento, come accennato sopra, a situazioni di trascuratezza e/o di dolore nell’area dell’attaccamento: sono esempi la mancanza reiterata di attenzione, la trascuratezza, altri tipi di sofferenza anch’essi ripetuti nel tempo. Secondo l’EMDR e la teoria che ne è alla base questi vissuti sono memorizzati in modo disfunzionale e diventano una delle cause di problematiche psicologiche, anche dopo diversi anni. Il trattamento con EMDR permetterebbe di integrare queste esperienze, di elaborarle finalmente in modo funzionale e sano per il soggetto, attraverso l’uso di movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternate per stimolare il sistema naturale di cui il cervello dispone per elaborare, “metabolizzare”, le esperienze particolarmente stressanti o traumatiche. Inoltre con l’EMDR non ci si concentra soltanto sugli eventi traumatici più evidenti, ma anche su quegli eventi relativi alla trascuratezza affettiva, a dinamiche disfunzionali e maladattive dell’attaccamento.

 

[fonti: D. Mosquera, A. Gonzalez-Vazquez, Borderline Personality Disorder, trauma and EMDR, in “Supplemento alla Rivista di psichiatria”, 47, 2, 2012;

Baranello, M. (2001) “Trauma ed eziopatogenesi del disturbo borderline di personalità”, Parte 3, Il ruolo del trauma nell’eziopatogenesi del BPD, SRM Psicologia Rivista (www.psyreview.org),Roma, 03 marzo 2001]

 

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