Problemi di comunicazione. E relative soluzioni. (Parte I)

Quali sono i più frequenti problemi di comunicazione?

Vediamone alcuni e, alla fine dell’articolo (parte III), troveremo alcune efficaci indicazioni.

“Ho difficoltà a dire di no.”

La difficoltà a dire di no di fronte a una richiesta, un favore che l’altro ci chiede, è piuttosto comune. Può allora succedere che, semplicemente, finiamo per dire di sì ritrovandoci a modificare i nostri stessi programmi, arrabbiati magari (con noi stessi o con l’altro?). Oppure può accadere che tentiamo di rispondere no arrancando tra giustificazioni, scuse, alibi, motivazioni. Il più delle volte falsi.

“Non riesco a comunicare le mie emozioni.”

Abbiamo tutti presente quella sensazione delle parole che si fermano sulla gola, e non riescono ad uscire perché l’emozione che vorremmo spiegare ci sembra troppo imbarazzante. Che si tratti di amore, di rabbia, di dispiacere, comunicare un’emozione è difficile per tante persone e aumenta il rischio di fraintendimenti e incomprensioni.

“Quando mi arrabbio perdo il controllo e dico cose che non vorrei e di cui dopo mi pento.”

Rivangare il passato, minacciare, esagerare, cercare di ferire l’altro. Voler avere ragione solo per ottenerla. E finiamo così per dimenticarci addirittura il motivo per cui ci si era arrabbiati, finiamo per non dire quello che davvero ci ha feriti… Forse non concediamo del tempo nemmeno a noi stessi per capire da dove viene tutta quella rabbia. Col solo risultato di ottenere timore da parte degli altri, e non rispetto. E, la volta successiva, ci ritroveremo sempre di fronte lo stesso problema: perdere il controllo.

“Quando entro in conflitto con qualcuno non riesco a far valere le mie ragioni.”

Solo l’idea di entrare in conflitto con qualcuno, a volte, spaventa. E quando il conflitto arriva (nonostante spesso si cerchi di evitarlo in tutti i modi, compresi quelli autosabotanti), siamo completamente in balia delle ragioni dell’altro. La paura del conflitto sembra essere talmente forte da mettere in ombra i nostri diritti, e spesso solo quando la bufera è passata ci viene in mente quello che avremmo potuto dire, quello che era nostro diritto richiedere, quello che avremmo potuto sostenere in nostra difesa. Ecco allora che salgono la rabbia, il senso di ingiustizia, ma anche una prepotente sensazione di insoddisfazione di sé.

“Non riesco a chiedere favori… A volte nemmeno semplici informazioni.”

In qualche modo l’idea che chiedere aiuto sia sbagliato, o sia un fastidio per gli altri o indice di debolezza, è spesso veicolata dalla nostra società. Purtroppo a volte questo si traduce in una grossa difficoltà a chiedere aiuto, pensando magari che sia l’altro a doversi accorgere che ne abbiamo bisogno. In alcune occasioni questa difficoltà appare addirittura quando ci si trova a chiedere semplicemente informazioni. La mente inizia a chiedersi “Disturberò?”, “Sarà una domanda troppo stupida?”, “Farò una figuraccia?”.

“Quando mi arrabbio, non riesco più a parlare. Mi chiudo e inizio a rimuginare.”

Stiamo litigando, e d’improvviso l’emozione e il groviglio di pensieri che abbiamo in testa sembra troppo forte. Ci ammutoliamo. Solo vedere l’altro ci fa salire il sangue alla testa e perseveriamo nella scelta di restare in rabbioso silenzio; in un qualche modo arriva subdolo il pensiero che il nostro gelo debba obbligare l’altro a fare la prima mossa verso una riappacificazione. Dietro quel gelo, la mente galoppa pensando e ripensando a episodi simili, passati, a parole dette e non dette, a ipotesi, congetture… In sostanza, un bollente e inconcludente rimuginio si cela dietro il glaciale silenzio e, anche se vorremmo comportarci diversamente, ci sembra di non riuscire a farlo.

“Quando per qualche motivo sono emozionato, non riesco a comunicare con chiarezza.”

L’emozione mal gestita a volte può portarci ad ammutolire, altre a dire cose di cui in seguito ci pentiamo, ma in alcune occasioni comporta un’espressione confusa, contorta, sfuocata. L’altro ci guarda con fare interrogativo, non riesce a capire quali sono i punti principali e si perde nel mare di parole che noi non riusciamo a organizzare. Ne segue un grande senso di frustrazione per non essere riusciti a farsi capire e stanchezza per averci forsennatamente, ma inutilmente provato.


>> Parte II

 

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