Lavorare lavorare lavorare preferisco il rumore del mare

Gli eccessi e i paradossi della nostra società: in tanti senza un lavoro, in tanti con un lavoro che assorbe ogni loro cellula…

E’ il caso di figure ambigue aziendali, che tra una pacca sulla spalla e un triste pranzo frugale in mensa, tornano a casa alle 10 di sera.

E’ il caso di stagisti e tirocinanti, che lavorano per un misero rimborso spese (ma a volte nemmeno quello) e per la famigerata “gavetta”, vedendosi poi costretti a chiedere i soldi ai genitori per una pizza fuori con gli amici. Se, per la cena fuori, hanno ancora il tempo.

E’ il caso di donne che passano il loro tempo libero dal lavoro a organizzare i tempi di donne di pulizie, servizi integrativi scolastici, baby-sitter, nonni, zii.

E’ il caso dei borsisti, dei ricercatori, dei coraggiosi giovani che lavorano nel sistema universitario. Coraggiosi perché non hanno certezze, né lauti compensi; solo passione.

E’ il caso di uomini di successo. Che hanno una bella casa dove nessuna donna lascia gli assorbenti nel mobiletto del bagno e nessun bambino sporca i muri con qualche pennarello.

A volte qualcuno si sveglia dal coma… Lavorare lavorare lavorare, a volte preferisco il profumo del mare…

“ROMA – Il suo lavoro era troppo stressante, le annientava la vita: stress, molte ore di lavoro, niente tempo libero, zero rapporti sociali. Così Marina Shifrin, una ragazza americana di 25 anni impiegata in compagnia taiwanese che produce videonews ha deciso di licenziarsi. Fin qui niente di strano. Solo che Marina l’ha fatto in modo a dir poco originale: alle 4.30 del mattino, comunicando la sua decisione al capo in un video, in cui canta e balla tra le scrivanie, sulle note di una canzone di Kanye West. Sulle esileranti immagini riprese da una telecamera fissa, posizionata nell’ufficio dalla stessa ragazza, spiega l’edizione on line del Daily Telegraph, scorre in sovraimpressione il messaggio che spiega le motivazioni della ragazza: “Per quasi due anni ho sacrificato le mie relazioni, il tempo e l’energia per questo lavoro e il mio capo si preoccupa solo delle quantità e del numero di visualizzazioni che ogni video ottiene”. E cosi’ – conclude – e’ con un video che “gli faccio sapere che me ne vado…”. Marina tornerà negli Stati Uniti per ricominciare una vita normale.”

(www.ansa.it)

Condividi su:Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedInEmail this to someonePrint this page