Panico_III parte

Il ruolo chiave della tensione muscolare e dell’attenzione, nel circolo vizioso del panico, motiva l’efficacia delle tecniche qui descritte.

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Respirazione completa e rilassamento della tensione muscolare

Esse contribuiscono a liberare l’energia impiegata per tenere addosso questa “rigidità” corporea. Se non ci si libera di questa tensione non sarà possibile una “crescita” personale. La salute è bene ricordare non dipende soltanto dall’energia che riceviamo sotto forma di cibo, ossigeno e stimoli, ma anche dall’eliminazione dell’energia in eccesso. E’ comune sentire dire da una persona ansiosa o da chi soffre di emicrania frasi del tipo “mi sento come se avessi il corpo pieno di elettricità”, “mi sento come sul punto di scoppiare”. In questi casi vi è una mancanza di eliminazione.

Il massaggio, o tecniche di respirazione e di rilassamento tipiche della psicoterapia cognitivo comportamentale quindi, al fine di allentare i “circuiti sovraccarichi” (…piedi, mascella, cuoio capelluto – aiutato con la moxa – spalle, collo, colonna vertebrale, ecc.) possono aiutare a rilasciare le tensioni del corpo.

La meditazione

Al di là dei vari orientamenti scientifici, come è già stato detto più volte, il nostro benessere dipende dall’imparare noi stessi a gestire ansia e attacchi. Capire e accettare il nostro disturbo sono i primi passi per riprenderci il potere; imparare a gestire attacchi e ansia sono il terzo e quarto passo. Gestire significa dover seguire un approccio disciplinato a un programma formale di rilassamento (…ipnosi medica, meditazione, visualizzazione, ecc.). La prima reazione, per molti, è di esitazione: anche se con tutto il cuore vogliono guarire, non apprezzano l’idea di sottoporsi a una disciplina nel loro approccio al rilassamento. La meditazione (ipnosi, visualizzazione, ecc.) può essere un ottimo metodo di rilassamento se viene praticata con una certa costanza e continuità. La meditazione è stato argomento di ricerca dalla fine degli anni ’60 ad oggi ed è impiegata ora in molti trattamenti in combinazione con pratiche mediche convenzionali. E’ usata per migliorare la qualità di vita di persone con tumori, AIDS, ipertensione, per i tossicodipendenti, etilismo, ecc. la meditazione riduce anche il livello d’ansia nei disturbi del nostro tipo: uno studio clinico ha indicato “significative riduzioni in casi d’ansia e di depressione” e che è efficace nei disturbi di panico con o senza agorafobia e disturbi d’ansia generalizzati. E’ sempre bene ricordare che la guarigione dipende dalla capacità di abbassare il livello d’ansia (…adrenalina, noradrenalina, ecc.) e di mantenerlo basso. La guarigione significa dover cambiare qualcuno dei nostri precedenti modi di trattare certi aspetti (…cognitivi) della vita. Essere disciplinati in una tecnica (… o varie metodiche, perché devono essere sempre adattate alle esigenze del paziente) di rilassamento è un passo importante nel nostro impegno globale per la guarigione. Molti non si avvicinano a questa metodica terapeutica per i troppi malintesi che riguardano la meditazione. Si teme, quando si medita, di essere esposti a influenze esterne: questo non può avvenire e non avviene. Anche negli stadi di rilassamento più profondi siamo sempre in controllo di noi stessi, siamo sempre coscienti di ogni cosa, dentro e fuori di noi. Alcuni trovano piuttosto paurosa la prospettiva di lasciar andare in meditazione, anche solo a pensarci. Si può temere di perdere il controllo e che i peggiori timori si realizzino. Non è così: lasciando andare in realtà si acquista il controllo, non lo si perde. Per qualcuno ci vorrà un po’ di tempo per acquistare fiducia e abbandonare il controllo, mentre altri lo faranno subito, riuscendo a meditare naturalmente e con facilità (… ognuno di noi a suoi tempi biologici). Questo è l’inizio di una piena guarigione. Si tratta di un passo molto importante perché la meditazione ci insegna che è giusto lasciare andare il controllo che ostinatamente cerchiamo di mantenere. Quando lo lasciamo ci accorgiamo che le nostre peggiori paure non si avverano e, a mano a mano che pratichiamo, comprendiamo anche perché non si avvereranno mai (… perché si agisce sul livello adrenalinico). Il benessere non è così semplice come vorremmo. All’inizio ci sembra di fare un passo avanti e due indietro: per questo molti temono di non guarire mai e finiscono per scoraggiarsi e arrendersi. E’ perciò indispensabile capire il processo di guarigione nelle sue varie fasi. Comprenderlo è della massima importanza, eppure raramente se ne discute. Una delle prime cose da imparare è la pazienza. Ognuno, è naturale, vuole guarire subito: non stasera, non domani, non la prossima settimana, ma proprio in questo istante; cosa che genera altro stress che a sua volta alimenta il ciclo. Che piaccia o meno dobbiamo imparare a essere pazienti sia con il processo sia con noi stessi. Il programma di cura e guarigione può sembrare all’inizio difficile e confuso, ma non lo è. Alcuni si sentono impauriti e sopraffatti dallo sforzo che esso comporta: ne vale la pena. Tutto quello che viene richiesto verrà restituito con la pura gioia e la libertà totale della guarigione. Il programma di cura è uguale per tutti; la sola differenza consiste nel livello di soglia personale allo stress. Qualcuno può aver raggiunto un livello tale da non poter tollerare il minimo stress, altri possono avere soglie più alte ma inadeguate a impedire lo scatenarsi di pensieri di paura. Cominciando l’esperienza è utile capire quanto è bassa la nostra soglia e quanto alta invece l’ansia. Per stimare i relativi livelli. Se la nostra soglia è ora molto bassa, forse non siamo in grado di sopportare neanche la minima sollecitazione quotidiana: la nostra soglia sarebbe zero mentre il livello d’ansia sarebbe dieci.

(articolo tratto da digilander.libero.it)

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