Una parola ma anche un acronimo: ACT, Acceptance and Commitment Therapy

Che cosa succede ad una persona che non sa nuotare, se un amico crudele la butta nell’acqua profonda? Probabilmente inizierà a sbracciarsi affannosamente, nel tentativo istintivo di non affogare. Il problema è che quei movimenti non solo sono inutili, non solo lo stancheranno in fretta per nulla, ma saranno controproducenti: se l’acqua non è mossa, in fondo basta stare fermi, muovendo appena le gambe e le mani, per galleggiare.

Chi non sa nuotare, istintivamente si sbraccia, spreca un sacco di energie per fare qualcosa che lo danneggia. Potrà sembrare strano, ma qualcosa di simile succede spesso anche a livello psicologico. Quando siamo in difficoltà, quando abbiamo un problema, non è raro che ci capiti di reagire in modo non dissimile da quello del malcapitato finito in acqua.

Anche a livello psicologico, dunque, la prima cosa da fare è spesso quella di smettere di sbracciarsi. Fermarsi. Il primo passo, spesso, è smettere di fare cose controproducenti.

Per fare questo, però, è necessario un passaggio psicologico importante, che implica l’accettazione del problema. Quando si parla di accettazione, in psicoterapia, le reazioni sono spesso fra il sorpreso ed il contrariato. Si pensa che accettare significhi rassegnarsi a non cambiare. Non è così: accettare significa smettere di peggiorare la situazione, studiare la cartina e concentrare le proprie energie nell’intraprendere un percorso che ci faccia stare meglio.

Acceptance & Commitment Therapy (ACT)
L’Acceptance and Commitment Therapy (ACT – terapia basata sull’accettazione e sull’impegno) è un approccio terapeutico che si basa proprio su questo principio: prima accettare i problemi, poi impegnarsi per risolverli.
L’ACT nasce all’interno di un quadro teorico che si basa sulla psicoterapia comportamentale e su di una teoria (Relational Frame Theory) che integra i fondamenti teorici del comportamentismo con quelle del cognitivismo. Ma soprattutto, la ACT integra – a livello sia teorico che pragmatico – le strategie di accettazione e mindfulness con quelle classiche di cambiamento comportamentale.
Questo tipo di psicoterapia, nata dalla psicoterapia cognitivo comportamentale, enfatizza aspetti come l’attenzione al momento presente, all’accettazione, all’impegno (commitment), all’utilizzo delle risorse situazionali, ed è orientato al cambiamento dei comportamenti disfunzionali e al consolidamento di quelli utili a perseguire i bisogni, gli scopi ed i valori del paziente.
Il fine generale dell’ACT è di aumentare la flessibilità psicologica, l’abilità di entrare in contatto con il momento presente, in maniera piena, come essere umano consapevole, di persistere o di cambiare il comportamento quando questo può servire a dei fini di valore. La flessibilità psicologica si ottiene attraverso sei processi di base dell’ACT. Ognuna di queste aree è concettualizzata in termini di competenza psicologica positiva, e dunque non semplicemente in termini di cura da una psicopatologia.

 

Riferimenti

* Hayes, S.C., Strosahl, K.D., and Wilson, K.G.: Acceptance and commitment therapy: An experiential approach to behavior change, The Guilford Press, 2003
* Association for Contextual Behavioral Science

 

(articolo tratto da www.http://www.neuropsy.it/blog)

 

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